Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, i 50 anni di un film sacro senza religione

Per me la bellezza è sempre una “bellezza morale”:
ma questa bellezza giunge sempre a noi mediata: attraverso
la poesia, o la filosofia, o la pratica: il solo caso di
“bellezza morale” non mediata, ma immediata, allo stato
puro, io l’ho sperimentata nel Vangelo

Pier Paolo Pasolini, Lettera a Alfredo Bini, 12 maggio 1963

Il vangelo secondo Matteo - Film (1964) - MYmovies.itDallo scorso 21 luglio e fino al 9 novembre, all’interno del Museo di arte medievale e moderna di Palazzo Lanfranchi a Matera, è ospitata una mostra fotografica dedicata al Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, che ha appena compiuto 50 anni. Il film fu infatti presentato in anteprima mondiale il 4 settembre 1964 alla Mostra del Cinema di Venezia per poi uscire in sala il 2 ottobre. Scopo della mostra di Matera è di mettere a fuoco la genesi di quello che resta uno dei migliori film mai realizzati sulla figura del Cristo, e il rapporto del regista con la città dei “Sassi” che divenne il set ideale, la perfetta Gerusalemme da lui tanto ricercata.

Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo. Tributo a un film monumento ...Vale la pena infatti ricordare che Pasolini effettuò, nel giugno del 1963, un viaggio in Palestina alla ricerca delle location ideali per il suo film, nella speranza poi rivelatasi infondata che quei luoghi fossero rimasti più o meno intatti. Il resoconto di quel viaggio è narrato per parole e immagini nel documentario Sopralluoghi in Palestina. Purtroppo, anziché trovare il mondo biblico arcaico che si aspettava, Pasolini provò un vero e proprio imbarazzo estetico trovandosi di fronte ad un paesaggio irrimediabilmente deturpato dall’avvento della modernità, quella modernità da lui tanto aborrita. Allo stesso modo, i volti in cui si imbatté gli sembrarono subito totalmente inadatti a fare da comparse nel film in quanto erano “facce tetre, belle, dolci, di una dolcezza animalesca precristiana”.

Il Vangelo Secondo Matteo: Pier Paolo Pasolini e il Cristo ...L’antica Palestina, Gerusalemme, Cafarnao, Nazareth e tutti gli altri luoghi in cui è ambientato il racconto evangelico erano ridotti a squallidi ricettacoli di cemento, vittime di un’ormai inarrestabile espansione edilizia. Per questa ragione, paradossalmente (ma forse nemmeno troppo) Pasolini trovò il set adatto e le facce di cui era alla ricerca per il suo film nell’Italia meridionale, in Puglia, Calabria, Lazio e, appunto, in Basilicata. Quei posti, agli occhi di Pasolini, mantenevano ancora vergine a quel tempo il loro antico, primigenio splendore.

Il mio Vangelo secondo Matera | RepLa bellezza e la forza dello splendido film di Pasolini sta nel dare valore e consistenza ad un’epoca passata, mostrando la resistenza di questi “ultimi della terra” al capitalismo industriale, una resistenza tutta riflessa negli sguardi, nell’essenza e nella parlata (nel film è massiccia la presenza di inflessioni di dialetti del Sud Italia) di coloro che erano i destinatari principali, se non unici, della predicazione del Cristo.

Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo. Tributo a un film monumento ...Per questa ragione Il Vangelo secondo Matteo, sebbene fedele alla lettera del testo cui si ispira, ne stravolge in parte lo spirito attraverso quest’opera di riduzione, se non di svuotamento, di ogni religioso timore reverenziale nella trattazione della figura del Cristo, a favore di questa sorta di “coro” sottoproletario sui cui volti spesso si sofferma volutamente la macchina da presa quasi a volerne sottolineare la sacralità. In questa come in altre opere di Pasolini il sacro viene quindi stanato in luoghi diversi da quelli dove di solito si concentra la ricerca, in un altrove che è sicuramente ben lontano dalle pale d’altare e dai paramenti sacerdotali. Infatti, come ebbe successivamente a dire Pasolini nel saggio Il sogno del centauro: “Io difendo il sacro perché è la parte dell’uomo che offre meno resistenza alla profanazione del Potere, ed è la più minacciata dalle istituzioni e dalle Chiese”.

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