“La signorina Cormon”, una nuova rubrica dedicata alle serie tv
La Rivista Milena curerà una nuova rubrica, questa volta dedicata alle serie televisive. Dalle produzioni ispirate alla grande letteratura e al teatro, passando per i celebri sceneggiati degli anni ’60, la rubrica offrirà ai gentili Lettori una lunga successione di approfondimenti dedicati alle storie, ai personaggi, alle colonne sonore e a ogni altro aspetto intorno a un registro che affonda le sue radici nei decenni scorsi, per un campionario estetico complesso ed emozionante. Il titolo della rubrica è “La signorina Cormon”, la protagonista di un romanzo di Honoré de Balzac apparso su La Presse e su La vieille fille dal 23 Ottobre al 4 Novembre del 1836, in dodici uscite. La signorina Cormon è considerato tra i primi grandi “roman-feuilleton”, il romanzo pubblicato a puntate, proprio come una serie televisiva.
Elio Goka
Abbiamo deciso di parlare anche noi di un fenomeno importante degli ultimi anni, le serie tv. Perché ce ne sono di veramente belle, alcune bellissime, altre ancora, imperdibili. Trovo noiosissimo leggere chi dice che le serie tv hanno più forza dei film. C’è chi sostiene siano la nuova frontiera. A parer di chi scrive, niente di più falso. Sono prodotti diversi, con un linguaggio diverso, per essere fruiti in modo diverso. Non si capisce perché si dovrebbero paragonare ad altro. Il cinema continua a sfornare film di qualità, continua a stupirci, continua a essere la settima arte. Sono cambiate le cose, certo, è diventato più difficile andare al cinema, i film che meritano sono in poche sale e ci restano poco più di un fine settimana. Ecco, questo è cambiato rispetto a qualche anno fa.
Ho visto, per esempio, Anomalisa, il film di animazione di Charlie Kaufman. Kaufman è quello che ha scritto Se mi lasci ti cancello, Essere John Malkovich e Il ladro di orchidee. Anomalisa è un film che può piacere o meno (a me è piaciuto molto) ma è un film che andrebbe visto da tutti perché c’è coraggio, c’è scrittura, c’è bellezza, oltre ogni canone o pregiudizio. Spazzate vie le sovrastrutture.
Abbiamo immaginato una rubrica che parlerà di quelli che una volta chiamavamo telefilm. Una rubrica che conterrà a volte recensioni, molto più spesso analisi che ruotano intorno a questa passione collettiva da cui noi siamo stati travolti. Ho letto qualche articolo in cui si cantava già il de profundis delle nostre amate puntate, scrivendo che ormai gli sceneggiatori allungano il brodo il più possibile e che questa carenza in fase di scrittura determina un appiattimento artistico. Vero, verissimo, ma solo nei casi di serie brutte. Proveremo a parlare di quelle che ci sono piaciute, provando, ove possibile, di avere uno sguardo altro, di raccontare il piccolo dettaglio. Di recensori bravissimi ce ne sono già molti. Voglio citare Amleto de Silva, che da anni ne parla con grande passione e che per me è punto di riferimento totalizzante quando devo scegliere cosa guardare.
House of cards, Breaking bad, True detective, Better call Saul, Penny Dreadful, Fargo, solo per citare alcuni titoli, sono alcune delle cose più entusiasmanti che ci siano capitate di vedere negli ultimi anni. Attori straordinari, montaggi chirurgici, colonne sonore mozzafiato. Insomma, in questa rubrica ci divertiremo.
Matteo Forte