Venezia 73: in Concorso “Nocturnal Animals” di Tom Ford

Furbo, accattivante, ammaliante, è sbarcato oggi al Lido il nuovo film del regista-stilista Tom Ford che porta in Concorso la sua opera seconda, Nocturnal Animals, racconto di grande respiro e altrettanta ambizione, presentato alla Mostra del Cinema sette anni dopo l’apprezzato A Single Man che nel 2009 fece ottenere a Colin Firth una meritata Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Il nuovo lavoro dell’autore texano ruota attorno a Susan, una gallerista che riceve improvvisamente un manoscritto firmato dall’ex-marito Edward, del quale la donna non ha notizia da quasi vent’anni. Il libro diventa per lei l’occasione di rivedere il proprio passato e riflettere sulle scelte effettuate nel corso degli anni giovanili, dopo la separazione dal tormentato e fragile Edward ed il nuovo matrimonio con il più rassicurante Hutton. Costruendo una struttura narrativa complessa, il film segue tre vicende parallele: il presente di Susan, il cui nuovo rapporto con Hutton è ormai al capolinea, il flashback che racconta la storia d’amore con Edward, ed il romanzo scritto dall’uomo e recapitato alla donna, imperniato su una tragica vicenda di stupro e omicidio, in cui il protagonista perde la moglie e la figlia ed è in cerca di vendetta.

Nocturnal Animals vanta una confezione impeccabile, una messinscena raffinatissima ai limiti dell’estetismo (con grande attenzione ai corpi, che rivelano il passato dell’autore), una sceneggiatura solida e un trio di attori di prim’ordine come Jake Gyllenhaal, Amy Adams (protagonista anche di Arrival di Denis Villeneuve del quale abbiamo parlato in precedenza) e il sempre eccellente Michael Shannon. Tuttavia, l’eccessiva artificiosità della costruzione, sia per quanto concerne l’intreccio che la composizione figurativa, frenano l’ammirazione e rendono Nocturnal Animals un’opera della quale si avverte la sostanziale vacuità e gratuità. Il regista-sceneggiatore appare troppo preoccupato di “vestire” la sua materia al punto da trattarla alla stregua di un manichino, di una maschera senz’occhi, di una bambola senza cuore. Guardando il film si ha talvolta l’impressione di entrare nella hall di un lussuoso albergo, con tanto di lampadari enormi, scaloni di marmo e leoni di bronzo, per scoprire poi che le stanze in cui alloggiare non sono all’altezza e, pur mantenendo un innegabile decoro, mancano ad esempio di grucce per appendere gli abiti o hanno il rubinetto della doccia che non funziona a dovere. In ogni caso, pur con le perplessità e i dubbi che abbiamo provato ad esplicitare, Nocturnal Animals resta sino a questo momento tra le migliori opere di un Concorso che, giunto ormai quasi ad un terzo del suo percorso, fa fatica a decollare ed appare piuttosto altalenante.

Inoltre, oggi abbiamo recuperato L’Estate Addosso, il nuovo mediocre film di Gabriele Muccino (nelle sale dal 15 settembre), e Tarde Para la Ira, dello spagnolo Raul Arèvalo. Quest’ultimo, presentato nel concorso di “Orizzonti”, è un revenge movie già visto e assai poco interessante, e sembra confermare la nostra idea che una sezione in passato destinata ad ospitare opere innovative e sperimentali, stia sempre di più perdendo la sua identità e corre seriamente il rischio di trasformarsi in una specie di copia-carbone delle “Giornate degli Autori” togliendo così al Festival cinematografico più importante dello Stivale uno dei suoi principali motivi di interesse. Compito di una rassegna cinematografica di questo livello dovrebbe essere infatti quello di dare spazio, oltre che agli autori emergenti, anche e soprattutto ad esperienze estetiche meno convenzionali e fuori dagli schemi. L’impressione, invece, è che la nuova gestione-Barbera abbia deciso, da questo punto di vista, di tirare un po’ i remi in barca per rifugiarsi in territori meglio tracciati e meno rischiosi.

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