Dove albergano gli orrori – parte seconda
La casa stregata continua a ricorrere in letteratura con esiti non sempre memorabili ma che ne testimoniano la pervasività tra le nostre paure (come abbiamo già potuto vedere nella prima parte di questo contributo). Tra i capisaldi di questo sottogenere, l’americana Shirley Jackson crea nel ’59 L’incubo di Hill House un altro canone caratteristico del tema in cui viene proposta una realtà ambigua dove non è mai chiara la natura sovrannaturale o allucinatoria delle manifestazioni infestanti. I fantasmi della psiche di Eleanor Vance, la fragile giovane protagonista al seguito del Dottor Montague, sono forse la causa prima dei fenomeni sui quali l’antropologo e gli altri compagni studiano.
L’oggetto dell’indagine è una villa antica, descritta sin dalle prime pagine come una presenza viva, ostile, dalle fattezze incongrue e sottilmente inquietanti che agiscono come un meccanismo di torsione sull’animo già provato della ragazza.
La geometria disarmonica dell’edificio, il suo interferire con la vita degli occupanti attraverso evidenze poco spettacolari, eppure in grado di terrorizzare (il classico apparato di suoni sinistri, porte che sbattono, correnti gelide), destabilizzano l’equilibrio del gruppo, accendendo le tensioni tra i partecipanti in un crescendo che procede verso la tragedia.
Facendo ricorso a un linguaggio raffinato, introspettivo e non esplicito, la Jackson tratteggia un quadro di progressiva alienazione, creando un attrito sempre più forte tra la funzione della casa (cioè dare rifugio) e la sua malevolenza che riflette l’emarginazione di Eleanor, priva di affetti sicuri e di un identità sociale. Anche il punto di vista della narrazione, impostato sul racconto in prima persona della protagonista, impedisce di fare un distinguo tra la patologia mentale e l’inesplicabile, accentuando la soggettività della percezione degli eventi, in cui il suicidio di Eleanor conferisce circolarità suggellando il destino della ragazza a quello di Hill House.
L’isolamento dell’Overlook Hotel, immerso tra le nevi del Colorado, e l’azione logorante delle presenze invisibili che lo affollano fanno da innesco agli incubi personali e la dipendenza dall’alcool di Jack Torrance, lo scrittore creato da Stephen King nel romanzo Shining. L’autore di Bangor ripropone nel ’77 uno spazio stravolto da entità malvagie, le stesse che conferiscono la linfa vitale e le tendenze omicide dell’albergo, deflagrando le tensioni preesistenti di Jack, e facendo risuonare la sensibilità del figlio Danny, la cosiddetta luccicanza che capta e anticipa l’orrore.
La capacità introspettiva di King scava dentro i personaggi rendendoli vivi e tridimensionali e insieme alla ricchezza inventiva, alle soluzioni visionarie (le siepi animate, l’eterno ballo in maschera) e le rivelazioni del passato dell’Overlook, rende Shining un romanzo coinvolgente. Il fascino claustrofobico del libro porta inoltre il regista Stanley Kubrick a una splendida trasposizione cinematografica nel 1980, restituendone una versione stilizzata e personale che riscrive e aggiunge smalto all’originale, mentre la mini-serie del ’97, curata per la televisione dallo stesso scrittore, ne ricalca il testo con esiti artistici pedissequi e mediocri.
Le potenzialità del tema fanno tornare King a misurarsi con l’argomento producendo successive prove, che in alcuni casi nascono in funzione del piccolo schermo. Nel ’98 esce il romanzo Mucchio d’ossa, una riflessione sui processi creativi della scrittura e sulla sua relazione con i propri fantasmi rimossi, seguito dal racconto 1408 (dall’antologia del 2002 Tutto è fatidico) imperniato su una stanza d’albergo animata e dotata di personalità propria e infine dalla mini-serie televisiva Rose Red, del 2002, ispirata alla smisurata magione californiana Winchester House.
Tra le numerose variazioni sul tema ricordiamo anche La casa della bestia, di Richard Laymon, un romanzo del 1980 in cui abbondano scene esplicite di sesso e una percezione del terrore molto fisica e vicina al gusto splatter. Nelle “Mille e una notte” horror di Clive Barker, cioè le antologie della serie Books of blood, la casa descritta nel prologo offre all’autore un pretesto/cornice per raccontare le sue storie macabre, facendole incidere da una pletora di fantasmi vendicativi sulla pelle di un truffaldino medium.
James Herbert, autore inglese di riusciti fanta-horror (Nebbia del ‘75 o Il superstite del ‘76), racconta nel ’84 una vicenda che anticipa soluzioni narrative di film come The sixth sense o The others. In Haunted (romanzo approdato anche al cinema nel 1995), lo scetticismo dello studioso David Hash troverà nelle manifestazioni di Edbrook House un enigma mortale che prende le mosse da un intreccio di antiche colpe, morte e inganni.
Passato e presente confliggono sempre per creare angosciose crepe nella realtà e aprono varchi su mondi e dimensioni impossibili.
L’ultimo esempio di abitazione cannibalica, forse la più pericolosa, paradossalmente è anche la più inerte e realistica di tutte, trattandosi di un contenitore trasformato in vaso di Pandora dalle pulsioni distruttive dei suoi abitanti. È il gigantesco edificio residenziale ideato da James Ballard in Il condominio, acre metafora della società contemporanea e dei suoi miti culminanti nell’alienazione che trova identità e sfogo in una regressione collettiva allo stato barbarico.
Non ci sono spettri né infestazioni ultraterrene nelle storie di Ballard, a gettare ombre mortali sui suoi decadenti quartieri di lusso bastano e avanzano i fantasmi della psiche, lo sgretolamento del senso della realtà, la solitudine e le pulsioni di morte dell’inconscio.
Restando in ambito psicanalitico, si può riassumere in una frase di Jung quanto le stanze del nostro spazio interiore siano la radice di ogni mostruosità: “Abbiamo bisogno di capire meglio la natura umana, perché l’unico vero pericolo esistente è l’uomo stesso. È lui il grande pericolo, e purtroppo non ce ne rendiamo conto. Non sappiamo niente dell’uomo, o troppo poco: dovremmo studiare la psiche umana, perché siamo noi l’origine di tutto il male a venire”.