Mostra del Cinema di Venezia edizione 75. Presentazione
Se ci limitassimo a snocciolare nomi, citando uno ad uno gli autori presenti quest’anno al Lido (in particolare nel Concorso) non avremmo dubbi nel dire che il programma di questa 75° edizione di uno dei più importanti Festival di cinema del mondo è a dir poco straordinario e si annuncia come un grande successo, con una selezione capace di soddisfare i gusti più eterogenei: Olivier Assayas, Damien Chazelle (che, esattamente due anni fa, aprì letteralmente le danze con La La Land e che anche quest’anno ha l’onore di dare il via alla kermesse con The First Man), Joel e Ethan Coen, Luca Guadagnino con l’atteso remake dell’argentiano Suspiria, Mike Leigh, Mario Martone, l’astro nascente László Nemes, Roberto Minervini, Shinya Tsukamoto, solo per citare alcuni degli autori in corsa per il Leone d’Oro. A questi va aggiunto il “Fuori Concorso” che schiera un vero e proprio parterre de roi con nomi del calibro di Amos Gitai (che presenta ben due film, tra cui il cortometraggio A Letter to a Friend in Gaza), l’indomito sperimentatore Tsai Ming-Liang, Frederick Wiseman, Sergei Loznitsa, Errol Morris cui vanno aggiunti due grandi “Eventi Speciali”: il documentario I diari di Angela – noi due cineasti di Yervant Gianikian e Angela Ricchi Lucchi, dedicato alla grande cineasta recentemente scomparsa, e The Other Side off the Wind, il film perduto di Orson Welles (opera testamentaria di cui si parla come dell’8 ½ dell’autore di Quarto potere), che approda a Venezia con il marchio Netflix.
E proprio la presenza al Lido del colosso della distribuzione online è visto da molti addetti ai lavori come la prima pietra di scandalo di questa edizione: infatti, a differenza del suo omologo francese Thierry Frémaux (che, dopo le polemiche dello scorso anno capitanate da Pedro Almodóvar, aveva respinto i film Netflix, bandendoli dal Festival di Cannes), il direttore Alberto Barbera ha dato il via libera alla presenza di opere (oltre al film di Welles, altri cinque per la precisione, di cui ben tre in concorso) che, dopo le proiezioni in Laguna, non vedranno mai il buio della sala cinematografica per finire direttamente nelle case degli abbonati di questa piattaforma. Senza trincerarsi dietro opposti estremismi, e senza negare il contributo in termini quantitativi di un’offerta più eterogenea e diversificata (anche nel mezzo), non si può fare a meno di riconoscere che la posizione assunta dalla Mostra assume un chiaro significato politico e rappresenta probabilmente, almeno in parte, una resa incondizionata al cosiddetto zeitgeist, lo spirito di un tempo che rischia di rendere ormai vetusto e datato il vecchio e amatissimo rito della visione collettiva in sala.
Qualche riserva desta inoltre il fatto che, fra le opere in concorso, più della metà parlano inglese, incluse opere di autori come Jacques Audiard, il già citato Guadagnino e Yorgos Lanthimos che, a dispetto della nazionalità dei registi, vantano un cast hollywoodiano, che sembra indicare un’attenzione quantomeno ridotta verso una grossa fetta di mondo, in particolare l’Estremo Oriente, le cui cinematografie (pensiamo a Cina, Corea del Sud e Giappone) contano una mole notevole di produzioni ogni anno ma scarsa attenzione qui al Lido. Tra l’altro, se ce ne fosse la possibilità, sarebbe curiosa la creazione di una sorta di “contro-festival” che includesse alcune delle opere scartate, per l’inevitabile contingentamento degli spazi a disposizione, in modo da poter dare voce a cinematografie solitamente marginalizzate dai grandi circuiti internazionali. Utopia, certo, ma divertente da pensare, come ogni utopia.
Tornando ai titoli della selezione, resta ancora un’incognita quella legata all’altra sezione competitiva della Mostra, “Orizzonti”, che conta un nutrito numero di opere prime che, a seconda della qualità, potranno indicare anche la voglia e la capacità da parte della Mostra di scoprire nuovi talenti. A questo proposito, l’invito è quello di rivolgersi senz’altro alla “Settimana Internazionale della Critica”, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e guidata per il terzo anno dal Delegato Giona A. Nazzaro. Giunta alla 33° edizione, la SIC si rivela da anni vero e proprio scrigno per la scoperta di tesori, come ad esempio lo splendido Les garçons sauvages di Bertrand Mandico e l’apprezzato Il cratere di Luca Bellino e Silvia Luzi, che l’anno scorso proprio da qui iniziarono la loro corsa che li ha portati a mietere premi e consensi in giro per il mondo.
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