“Caravaggio Napoli”: in mostra i tormenti di un genio
E’ iniziata lo scorso 12 aprile e sarà visitabile fino al 14 luglio al Museo di Capodimonte di Napoli la mostra “Caravaggio Napoli”, che propone un viaggio nella vita e nelle opere di Michelangelo Merisi, il geniale e tormentato maestro lombardo, universalmente noto con il nome di Caravaggio. L’allestimento, curato da Cristina Terzaghi e dal direttore del museo Sylvain Bellenger, è costituito da una trentina di tele, delle quali sei eseguite da Caravaggio e il resto opera di artisti da lui influenzati, come Battistello Caracciolo (del quale sono in mostra una splendida “Crocifissione” e un “Battesimo di Cristo”), Giovan Berardo Azzolino, Giovanni Baglione, Belisario Corenzio, Louis Finson, Jusepe de Ribera, Fabrizio Santafede, Massimo Stanzione, Tanzio da Varallo.
Il percorso ha il merito di presentare le opere del maestro inserendole perfettamente nel contesto storico e descrivendo il modo in cui sono nate, attraverso il racconto della vita irrequieta e girovaga del pittore: dal suo coinvolgimento nell’omicidio di Ranuccio Tomassoni alla sua fuga a Napoli, dove arriva nel 1606, dalla sua richiesta di grazia al Papa al suo tentativo di entrare nell’ordine dei Cavalieri di Malta (e a La Valletta è conservata una magnifica e monumentale tela che raffigura l’assassinio di Giovanni Battista), dal viaggio in Sicilia al suo ritorno a Napoli fino al tentativo non riuscito di rientrare a Roma a causa della morte avvenuta a Porto Ercole.
Durante le sue peregrinazioni Caravaggio lasciò sempre tracce del suo passaggio: a Napoli, ad esempio, eseguì una “Flagellazione” (ora in mostra e parte della collezione permanente di Capodimonte), inizialmente destinata alla Chiesa di San Domenico Maggiore, le “Sette Opere di Misericordia”, custodito al Pio Monte della città partenopea e che, dopo una polemica con il MIBACT, non è stato possibile trasportare, e “Il martirio di Sant’Orsola”. Sarà possibile ammirare inoltre un’altra versione della “Flagellazione”, proveniente dal Museo di Belle Arti di Rouen, due copie della “Decapitazione di San Giovanni Battista”, una proveniente dalla National Gallery di Londra, l’altra dal Palazzo Reale di Madrid, e una tela raffigurante un giovane San Giovanni Battista, ora in collezione permanente alla Galleria Borghese di Roma.
Lo spettatore non potrà non restare incantato dalla modernità di questi capolavori, che mostrano una straordinaria ricerca luministica e una resa quasi espressionistica dei soggetti che proiettano il Caravaggio ben oltre il suo tempo. Basti pensare alla Salomè raffigurata nelle opere sopra citate, che regge nelle mani il vassoio con la testa del Battista, con un’espressione mista di disappunto e sconcerto per il barbaro episodio della quale è stata responsabile, oppure al volto dei flagellatori di Cristo, ripresi in un atteggiamento ferino.
Sarebbe tuttavia un errore limitarsi alle opere di Caravaggio (che pure rappresentano il motivo di maggiore interesse della mostra) e trascurare il resto dell’esposizione, tra cui una “Maddalena” di Louis Finson, di grande interesse perché l’artista fiammingo aveva effettuato una copia di una tela del maestro, andata purtroppo perduta, e la cui riproposizione consente al visitatore di considerare la grande influenza di Caravaggio sui pittori a lui coevi e sui cosiddetti “caravaggeschi”, esecutori dei grandi insegnamenti del Merisi.
Si ricorda inoltre che, con l’aggiunta di un euro al prezzo del biglietto, sarà possibile visitare la splendida collezione permanente del Museo di Capodimonte, la più importante pinacoteca del Sud Italia.
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