Mister Tamburino nel Malpertugio. Un ricordo di Elvezio Sciallis
Con ritardo abbiamo appreso la notizia della scomparsa, avvenuta lo scorso 13 maggio, di Elvezio Sciallis. Sebbene non troverete con tanta frequenza il suo nome sfogliando le più recenti antologie di autori weird italiani, quasi sicuramente la maggior parte di essi hanno, se non ricevuto la sua influenza, incrociato più di una volta nel loro percorso questa figura di intellettuale fuori dai generi, gli schemi e le sovrastrutture che ingabbiano sia la cultura aulica e tradizionale che la stessa contro cultura. Di entrambe non mancava egli stesso di tracciare un quadro spesso impietoso, ma mitigato da immancabile ironia nei suoi scritti.
Elvezio Sciallis è stata una figura più unica che rara nella scena italiana moderna del fantastico (rispetto alla quale era in effetti un outsider, e probabilmente il suo disinteresse verso certi aspetti socio-relazionali dell’appartenere a una comunità artistica è una causa della sua scarsa presenza, almeno come autore di narrativa, sulle pubblicazioni editoriali): era dotato di un approccio critico alla narrazione del fantastico che affondava le radici nel suo background di avido lettore non solo di narrativa di genere, ma anche filosofia, politica, scienze sociali e della comunicazione di massa, e d’altro lato una vasta cultura che spaziava dall’arte cinematografica al fumetto ai videogiochi; questo gli consentiva di analizzare l’opera sia letteraria che cinematografica da un lato con una meticolosa analisi degli aspetti tecnici e dello storytelling, dall’altro con una puntuale attenzione ai sottotesti, alle metafore e alle analisi a tutto campo; in generale, un’attenzione agli aspetti contenutistici del genere horror e del fantastico in generale, che non solo è raro trovare nel panorama nostrano, ma per di più con tale acume. A far da collante e armonia, una ironia in perenne equilibrio tra il tono erudito e quello cazzaro, anzi una costante tendenza all’autoironia che era il lato giocoso di una personalità dalle molte doti ma di sincera e profonda umiltà. Non certo esente da difetti, ma animato da un atteggiamento che manca in gran parte dell’ambiente culturale italiano attuale, ovvero la voglia di mettersi in discussione nella consapevolezza che spesso l’ottica entro i confini nazionali e limitata dalle barriere linguistiche finisce per essere falsata e rassicurante in modo ingannevole, una sorta di tendenza alla comfort zone che impedisce all’ambiente autoriale nostrano di essere veramente significativo a livello internazionale ma anzi lo porta a crogiolarsi nella comfort zone di cui sopra.
Classe 1970, nativo di Alessandria e giunto dopo varie peregrinazioni a trovare la propria sistemazione ideale a Milano, con alle spalle le esperienze lavorative più disparate, da cameriere a custode di ville, a muratore a commesso di negozio, attività che nel corso del tempo sono state affiancate sempre di più dal lavoro come traduttore, articolista e realizzatore di web contents (dai portali letterari al copy writing pubblicitario), ruoli che gli consentono di mostrare il lato più analitico, e il suo rigoroso lavoro di documentazione alla base dei suoi articoli. Prima di tutto questo tuttavia, Elvezio si avvicina a questo mondo come appassionato lettore dei più classici autori horror – weird e autore di racconti brevi a tema, con i quali nei primi anni Duemila ottiene segnalazioni e piazzamenti ai prestigiosi premi Lovecraft e Yorick. Dopo questi risultati promettenti, pubblica due antologie auto-prodotte, La Macchina delle Ossa (Prospettiva Edizioni, 2001) e Il Dio dell’Alcova (Edizioni Il Foglio, 2004), e contemporaneamente inizia la sua attività saggistica con Luce di sangue (Edizioni GhoST) sul cinema horror, e un altro sui licantropi per le Edizioni Yorick. Inoltre collabora con articoli e recensioni a numerosi portali di cultura horror e del fantastico, dal Club GhoST a Horror Magazine delle Edizioni Delos.
Il contributo probabilmente più prezioso alla rete Elvezio Sciallis lo ha dato attraverso il blog culturale Malpertuis.org, attualmente non più presente in rete perché chiuso dallo stesso autore nel 2016. Blog piuttosto longevo nelle sue varie incarnazioni, l’ultima su piattaforma WordPress, dalla seconda metà degli anni 2000 si pone come punto di riferimento per gli appassionati di horror letterario e cinematografico. Ispirato nel nome al celebre romanzo sul tema della casa infestata dello scrittore belga Jean Ray, inizialmente votato soprattutto alla narrativa e il cinema horror, Malpertuis diviene sempre più nel tempo uno specchio della vasta cultura e varietà di interessi del suo autore. Non solo le recensioni cinematografiche, spesso focalizzate su produzioni indipendenti e di basso budget divengono lo spazio per digressioni che spaziano dal genere horror a questioni sociologiche, comportamentali, etiche; inoltre, prima aprendosi a recensioni di cinema e letteratura non di genere, poi anche ad articoli di cultura generale, il blog diviene sempre più nel tempo un contenitore mutevole ma costantemente contraddistinto dall’alto profilo dei suoi contributi.
Profondamente attento all’evoluzione del linguaggio, alla semantica, alla veicolazione dei contenuti nell’era digitale e dei social media, Sciallis è stato probabilmente tra i primi della sua generazione in Italia ad approcciare ai nuovi linguaggi narrativi del terzo millennio, e il suo esempio ha influenzato tanti che successivamente hanno creato blog culturali anche molto pregevoli; il suo approccio contenutisticamente analitico e le sue posizioni spesso anticonformiste, scomode e prive di ipocrisia sono stati una salutare ventata in un mondo, quello degli autori di genere in Italia, ricco di interessante potenziale ma tarato spesso da mancanza di compattezza e guerre tra poveri. Inoltre i suoi consigli di appassionato di cinema e lettore analitico sono stati un vero e proprio esempio per tanti aspiranti autori, a cominciare da chi scrive.
Successivamente Sciallis dirada via via la sua attività come autore di narrativa, o meglio preferisce centellinarla dedicandovisi nell’ambito di iniziative e realtà editoriali indipendenti caratterizzate da cura nel lavoro e serietà. Intensifica invece quella di traduttore, articolista e recensore per varie riviste web e cartacee: assiduo collaboratore di vecchia data con il portale latelanera.com, data anche l’amicizia personale con il webmaster Alessio Valsecchi, è tra i nomi coinvolti nella breve ma esaltante esperienza della rivista cartacea Necro, lavorando principalmente come traduttore degli autori di lingua inglese pubblicati sulla rivista; partecipa con propri racconti alle antologie della serie Alia, importante iniziativa nell’ambito della narrativa breve fantastico, e anche della prestigiosa realtà delle Edizioni xii (tra cui l’antologia Archetipi);collabora inoltre con numerose rubriche di cinema e cultura horror al sito scheletri.com.
Negli ultimi anni il suo lavoro di traduttore e saggista e l’amicizia con Giorgio Raffaelli e lo staff di Zona 42 lo porta a coadiuvare sin dai suoi primi passi questa interessante realtà editoriale emergente nel settore della fantascienza, offrendo la sua passione e i suoi molteplici talenti e competenze, in virtù del suo atteggiamento di amichevole disponibilità sulla quale tanti che hanno avuto la fortuna di conoscere da vicino testimoniano: tra le altre cose è autore della prefazione al primo romanzo di Andrea Viscusi, Dimenticami trovami sognami.
Afflitto da un rapporto conflittuale con i social network, sebbene non avesse più un proprio account personale, Elvezio Sciallis interagiva su facebook gestendo la pagina del portale latelanera.com. Ed è stato proprio il webmaster del sito domenica sera, dopo alcuni giorni di inattività della pagina, a dare con un conciso ma sentito comunicato di cordoglio tramite essa la notizia a tutti gli appassionati di horror e i colleghi scrittori sparsi nella penisola.
In copertina, dipinto di Blake sul demiurgo Urizen