Torino 37, presentazione
Nata come manifestazione per i giovani, da tanti anni ha mutato ormai la sua denominazione in Torino Film Festival. Ma, a differenza dell’evento di poco precedente che si svolge a Roma, potrebbe chiamarsi Festa senza che questa definizione possa apparire in qualsiasi modo riduttiva o limitante. Sì, perché la manifestazione che si svolge all’ombra della Mole da ormai trentasette anni ha, per i cinefili di tutta Italia, il sapore di una vera e propria celebrazione del cinema. Niente tappeti rossi, la possibilità di vedere decine di film di ottima qualità, la vicinanza con addetti ai lavori, registi, attori, il piacere di mescolarsi con il pubblico, le file stretti nel freddo del capoluogo piemontese, le anteprime, il concorso riservato a giovani autori, la retrospettiva (quest’anno dedicata ai classici del cinema horror), gli omaggi, i Q & A che permettono l’interlocuzione tra autori e spettatori. Il Torino Film Festival, appuntamento imperdibile che chiude in bellezza l’anno cinematografico, è questo e molto altro.
In attesa di conoscerne il futuro, con l’ultima direzione (al netto di riconferme) di Emanuela Martini, la selezione mantiene la consueta varietà e raffinatezza sebbene quest’anno abbia dovuto rinunciare a grandi anteprime, come fu ad esempio l’anno scorso con Santiago, Italia di Nanni Moretti, o tre anni fa con Sully di Clint Eastwood, opere che sarebbero poi approdate nelle sale italiane pochi giorni dopo. Ma non è certamente una cosa grave. Come già ricordato, Torino ha una vocazione in cui, fortunatamente, si guarda poco al glamour e si bada invece alla sostanza, preferendo garantire un programma di qualità che sappia soddisfare ogni tipo di palato e che, soprattutto, sia economicamente abbordabile, con biglietti singoli dal costo contenuto e abbonamenti che consentono di assistere a poco prezzo a un gran numero di pellicole.
Per questa ragione, opere come Vitalina Varela di Pedro Costa e Synonymes di Nadav Lapid, vincitori rispettivamente del Pardo d’oro al Festival di Locarno e dell’Orso alla Berlinale possono essere posti di fianco ad opere più pop come Jojo Rabbit di Taika Waititi e Knives Out di Rian Johnson (quest’ultimo nelle sale italiane dal 5 dicembre con il titolo A cena con delitto). Questi due film hanno infatti la loro attrattiva in un cast che può vantare nomi come Scarlett Johansson, Sam Rockwell, Daniel Craig, Jamie Lee Curtis, Don Johnson, e costituiscono le opere di apertura e chiusura della manifestazione.
Per coloro che preferiscono un cinema più sperimentale o viaggi in Paesi lontani, si spazia dalle opere di Onde, da sempre vero e proprio polmone verde del TFF, ai documentari della sezione “Internazionale.doc” mentre gli amanti del cinema di genere troveranno pane per i loro denti in “After Hours” che, con la retrospettiva dei classici horror dal titolo “Si può fare” (che riprende il famoso urlo di Gene Wilder nell’epocale Frankenstein Jr. di Mel Brooks), rischia persino di sbilanciare buona parte del programma verso questo genere, del resto molto amato dal pubblico.
Per quanto riguarda la retrospettiva, che conta alcuni dei titoli più significativi della storia del cinema, spiace però rilevare la sempre più esigua presenza di proiezioni in pellicola (solo 7 su 36 titoli), che sembra quasi presagire l’ormai definitivo tramonto di un’epoca. In pellicola sarà anche l’omaggio a Mario Soldati, del quale verranno proiettati tre dei suoi otto lungometraggi, oltre ad alcuni lavori del poliedrico artista torinese girati per la televisione mentre questa emetteva i suoi primi vagiti. Da segnalare, infine, la personale dedicata alla regista macedone Teona Strugar Mitevska, in concorso all’ultima Berlinale con l’apprezzato Dio è donna e si chiama Petrunya, e la presenza di Carlo Verdone, che presenterà cinque dei suoi film del cuore, come dei frammenti di un discorso amoroso che ogni appassionato di cinema ha verso la settima arte.
©RIPRODUZIONE RISERVATA – Ne è consentita esclusivamente una riproduzione parziale con citazione della fonte, Milena Edizioni o www.rivistamilena.it