‘Non si guarda alla vita solo con gli occhi’ – A Mario Martino

Rivista Milena presenta Non si guarda alla vita solo con gli occhi, un ciclo di racconti, interamente a cura di Fernando Gerardo Basile, dedicato al ricordo di Mario Martino. Con questi scritti l’autore renderà omaggio alla memoria dell’Amico scomparso. La sezione blog, con un’uscita settimanale, ospiterà le prose che rievocheranno aneddoti e storie realmente vissute da un gruppo di amici. Lunghi anni trascorsi a viversi nell’intimo e inconfessato desiderio di restare per sempre uniti in un sentimento in grado di accogliere le sensibilità di uomini che hanno conosciuto il senso più profondo di quella costruzione gioiosa e silenziosa che fa dell’amicizia una tacita promessa di restituirsi fedeli e per sempre riuniti anche quando toccherà ad altri raccontare di essa. Quel legame che si manifesta chiaro e indistinguibile quando si mostra a chi ha il privilegio di ascoltarlo.


Convivio
di Fernando Gerardo Basile

Siamo eroi
di miti sopravvissuti
alle storie,
Proci in attesa: della
tela infine tessuta,
dell’ospite incognito
che mai riconobbe nutrice.
A parole odorose di tiglio
affidiamo
pensieri sfumati dal vino,
privi di ansie apparenti,
nelle ombre serali
affioranti
dagli arbusti
di rosmarino

A Mario Martino

 

di Fernando Gerardo Basile

Maggio 2021

 

– Ah! Sei qui? Ti ho fatto chiamare per darti personalmente la notizia assolutamente inaspettata: Caro

Michele ci ha raggiunto qui in Paradiso il tuo parrocchiano Mario Martino.

– Pietro! Ma tu che dici?  Mario Martino, il Professore?

– Dico, dico!  gli ho spalancato il portone per accoglierlo.

– Il portone del Paradiso?

– Ué, Michele, San Michele Arcangelo, ma che è ‘sta meraviglia? Ho… Abbiamo accolto tanta gente  con

qualche peccatuccio di troppo e mo’ per Mario….! Sì, anche a lui qualche peccato non mancava ma… e

perché? Pure io, al terzo canto del gallo, non ne commisi uno grandissimo? Eppure eccomi qua, addirittura con le chiavi del portone.

– No, Santissimo Pietro, hai frainteso, sai quanto bene volessi a Mario, soprattutto da quando con gli amici in paese salì sul campanile della chiesa a me dedicata e ci fece passare una nottata da paradiso con canti, suoni e bicchierelli. La verità è che aveva tanto ancora da fare in famiglia, con gli amici, con i ragazzi del Teatro Novo che pensavo non gli toccasse di raggiungerci proprio ora. Immagino lo sconforto, il dolore, il senso di vuoto che ha lasciato in tutti.

– Sì, Michele Arcangelo, immagini proprio giusto; ma immagina cosa riserverà a noi, qui in Paradiso, con tutte ‘ste anime belle a disposizione. Sai quante rappresentazioni sacre metterà in scena!

Ti ricordi quando organizzò il presepe vivente su all’Episcopio? Ti ricordi chi interpretava Ponzio Pilato?

Donato, sì, Dunatuccio “Ripalda” che è qui con noi già da un po’. Perciò, ritrovando il suo amico, ricordando i loro trascorsi, i viaggi giornalieri a Calitri per l’impegno professorale scolastico, anch’esso vissuto intensamente, ti pare che se ne starà mano nella mano? Mario Martino? E quando mai se ne è stato mano nella mano. L’hai mai sentito piangersi addosso, recriminare per qualcosa, pigliarsela con noi santi?

Eppure ne avrebbe avuta anche qualche ragione! O no? E invece: dagli con l’impegno, con lo studio, per

costruirsi  una vita dignitosa, per creare una famiglia con Maria Pia, e con lei far crescere al meglio i figli

e assistere per anni e anni la madre inferma. E tutto con una gioia di vivere comunicativa e coinvolgente.

Soprattutto gli amici ne sanno qualcosa.

– Pietro, a proposito, scusa se ti interrompo: e gli amici quando e come l’hanno presa la notizia?

– E come la dovevano prendere? Michele Giorgio e Fernando erano in piazza per l’aperitivo, è arrivato

Ciccillo “Piucc” e con le lacrime agli occhi l’ha comunicata loro.

Appena un attimo di silenzio e Fernando ha esclamato: “è finita un’epoca”.

– Pietro, che significa?

– Santo Michele Arcangelo benedetto! Che c’è da spiegare? Fernando,  avendo saputo che Mario aveva

avuto un serio problema di salute, appena qualche giorno avanti gli aveva telefonato e lui l’aveva

rassicurato: “tutto a posto, ho tanti progetti, presto  sarò di nuovo in piedi e ci ritroveremo per una serata alla nostra maniera, magari sotto il campanile di San Michele, non sopra, sotto, ma…. solo perché la porta di accesso è sprangata, mica per altro. Dillo a tutti gli amici”. Mo’ hai capito che significa “è finita un’epoca”.

Ma devo confessarti che io non credo del tutto a questa affermazione, perché?, perché subito dopo, in

piazza,  Michele, Cicclllo e Fernando si sono messi a raccontare tanti di quei fatti, storie, aneddoti

riguardanti  l’infanzia con Mario, la giovinezza con Mario, la maturità con Mario, e la gente intorno è stata

così attenta ad ascoltare, che mi sono fatto una domanda, retorica se vuoi, ma mi sono chiesto: Mario è

veramente qui con noi? Io ho la sensazione che a noi sia giunta la controfigura e che il vero Mario se lo

stiano tenendo stretto stretto giù con loro, non solo nel ricordo, ma proprio nel quotidiano. Infatti sai cosa

ha detto Fernando a un certo punto in piazza: “ci sono due modi, fra loro compatibili, per affrontare la

dipartita di una persona cara. Il modo più rituale è quello di affidarla alla immensa benevolenza del

Padreterno e alla vita eterna. L’altro modo è più terra terra, ma non meno significativo e gratificante, è

continuare a vivere nel presente da amici con l’amico, da moglie col marito, da figli con il padre, da

discepoli col Professore. Non è difficile, provate a dimenticarlo Mario”.

Insomma, caro San Michele, noi ce lo teniamo Mario qui in Paradiso, ma loro, lì, sotto il campanile della tua

chiesa, ad un passo dal teatro, Mario lo incontreranno sempre e con gioia.

– Pietro, Pietro Santo, che dire? Così sia.

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