L’Italia è un posto razzista
C’è chi ancora si indigna per episodi gravi in luoghi e situazioni fatti per non essere gravi. Una partita di calcio o un comizio, un’emergenza umanitaria, una richiesta di aiuto, un’idea, la realtà. La cultura “degli assediati” non fa distinzione.
L’Italia è un posto razzista. Ben sistemata in mezzo ad altri posti razzisti. È razzista perché i vicini si odiano per l’acqua che gocciola dalle piante e per le bollette condominiali, è razzista perché due cittadine confinanti aspettano la domenica di categoria per suonarsi botte di categoria; è razzista perché nella stessa regione ci sono cento e passa intolleranze tra quartieri, strade e palazzi.
È razzista perché il venditore di fazzoletti fa schifo, mentre la “venditrice” di fazzoletti fa schifo lo stesso, ma è ben gradita quando nessuno sa che qualcuno la sta gradendo. L’Italia è razzista perché la cortesia si sgancia per gradimento estetico. L’Italia è razzista perché si ostina a fare analisi dei gesti folli, ma solo quando il folle può ricoprire funzione di propaganda. Il folle facente funzioni è il sale della propaganda che vende e svende i nemici invisibili e per bocca degli amici soltanto apparentemente visibili.
L’Italia è razzista perché hanno ammazzato chi la considerava razzista e spiegava perché, e il giorno dopo tutti andavano a votare quelli che ammazzavano chi spiegava perché fosse razzista. L’Italia è razzista perché fa mille trasmissioni TV dove donne scosciate, che non capiscono niente di razzismo, ridono in continuazione mentre uomini, che vorrebbero essere scosciati, parlano a vanvera nel frattempo che una sovrimpressione di dieci secondi li presenta come opinionisti. L’opinione è il veleno della ragione. Ma nessuno lo dice, per non sembrare razzista.
L’Italia è razzista perché in TV, sui giornali, nelle case, nella testa delle persone, sceglie di quale razzismo bisogna parlare e di quale dimenticarsi, facendo finta che non sia razzismo, ma tentativo di integrazione. L’Italia è razzista perché traduce in mille neologismi la parola “razzismo”, promuovendo parole vuote, talvolta orribili, a dizionariato di Stato, per confessioni linguistiche che regolano una teocrazia del luogo comune e della superficialità. L’Italia è razzista perché se succede qualcosa di ordinario, lo racconta come un fatto straordinario. L’Italia è stata elaborata come una forma razzista e vuole essere razzista. Ed è ancora più razzista quando dice di voler contrastare il razzismo. L’Italia è razzista perché chi ha lo scandalo facile è il più razzista di tutti.
L’Italia è razzista per utilità, perché altrimenti in molti sarebbero perduti; senza idee e senza pianti di riserva. L’Italia è un posto razzista, soprattutto quando si crede che ammetterlo è una maniera per giustificarlo o, peggio ancora, di esorcizzarlo, invece che contemplarlo come una miserabile registrazione di vergogna.
Immagine di copertina: Loïs Mailou Jones, La Baker, 1977, acrilico e collage su tela
Una parte del testo di questo articolo è già stato pubblicato, a cura dello stesso autore, sul sito Fantacalcio.it nel blog La pressa di Hanta, il 15/05/2013