Posa B

Presentazione

Oggi parlare di fotografia è possibile, è sbrigativo. Ancora più semplice è cadere nel pontificare, nello straparlare di fotografia. Provando a rispettare l’inestimabile dignità del mezzo fotografico, documentativo, sperimentale ed artistico, cercherò quanto più possibile di lasciar parlare le immagini e i loro contenuti. Proverò quindi a dedurre, a capire la fotografia.

POSA B per ragioni emozionali, affettive. La POSA B in fotografia riserva maggiori opportunità. Su tutte, la libertà decisionale della scelta dei tempi. E cosa potrebbe essere di giovamento, se non una maggiore rilassatezza, ed una maggiore libertà dei tempi e nei tempi? Per il mondo dell’immagine in senso lato, sempre più lesta, ma soprattutto per noi osservatori, sempre più smarriti. Ancora, la POSA B consente una maggiore impressione di luce in condizioni di buio estremo e l’acquisizione di maggiori dettagli. Traslando questa condizione figurata all’attuale condizione del mondo fotografico o, più ampio, dell’immagine, gioverebbe anche questo. Uscire dal buio e cercare maggiori informazioni, maggiori dettagli. La Posa B riesce dunque ad essere uno spazio aperto. Un varco in attesa degli eventi, in attesa di accoglienza.

Vilém Flusser avvistava in una buona fotografia una lotta tra uomo e mezzo. Ed una buona fotografia sarebbe da intendersi come la sottomissione del mezzo all’intenzione umana, come la capacità del singolo di rifuggire alla ridondanza della “nuova immagine effimera”. La ricerca dunque di nuove possibilità di libertà, nell’accezione più pura del termine, in un tempo postmoderno in cui il repetita non sempre iuvant, ma addirittura satura.

Chi senza alcun dubbio è riuscito in questa lotta è Ansel Adams. Come fotografia-copertina dell’anteprima della rubrica presente sulla home page, volendo cercare di rispettare le tempistiche di una filogenesi fotografica, senza però andar a disturbare le vestigia daguerriane, ho scelto un suo scatto per inaugurare la rubrica: Ice on Ellery Lake. Questa fotografia di Ansel Adams mi ha sempre attratto. A mio avviso è uno dei suoi scatti più distanti dalla sua moda. Sempre un paesaggio, sì, ma non immediato, non diretto. Ghiaccio e acqua che sembrano sostenersi, fornendo all’osservatore un equilibrio, un Principio Unificatore, che sicuramente Adams, dalle sue vette, aveva colto.

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