73. Mostra del Cinema di Venezia: Presentazione
La nuova edizione della Mostra del Cinema di Venezia, diretta ancora una volta da Alberto Barbera (al quinto mandato della sua seconda gestione), è ormai ai nastri di partenza: dopodomani, infatti, il sipario verrà sollevato con la proiezione di La la land di Damien Chazelle, film d’apertura che fa parte della rosa delle venti pellicole che si contenderanno quest’anno il Leone d’oro. La nostra Rivista seguirà l’evento giorno per giorno con recensioni, commenti e interviste ai protagonisti di questa edizione.
Se sia o no una buona annata è presto per dirlo e la deontologia professionale (ma soprattutto il buon senso) impongono di pronunciarsi soltanto dopo aver visionato i film. Certo, non manca almeno un dato inconfutabile: la conferma che la gestione di Barbera, geograficamente parlando, guarda soprattutto in una precisa direzione, cioè verso il continente americano. Metà dei titoli in Concorso provengono infatti da quella parte di mondo: oltre al già citato Chazelle, ci saranno infatti altri autori statunitensi come Ana Lily Amirpour (The Bad Batch), Derek Cianfrance (The Light Between Oceans), lo stilista Tom Ford giunto al suo secondo film (Nocturnal Animals) e il grande Terrence Malick, che torna a Venezia con il documentario Voyage of Time: Life’s a Journey, quattro anni dopo la sua partecipazione con lo splendido (e fischiatissimo) To the Wonder, gli argentini Mariano Cohn e Gastón Duprat (El Ciudadano Illustre), il messicano Amat Escalante (La Región Salvaje), i cileni Pablo Larraín (in gara con l’attesissimo Jackie, prima produzione statunitense per il grande Pablo) e Christopher Murray (El Cristo Ciego), e il canadese Denis Villeneuve (Arrival). Americano è anche il Presidente della Giuria, il regista Sam Mendes, autore dell’oscarizzato American Beauty e degli ultimi episodi di James Bond.
La pattuglia degli italiani è costituita dal veterano Giuseppe Piccioni (Questi giorni) e da due sorprese: il simpatico Roan Johnson, che approda per la prima volta al Concorso con Piuma, la sua opera terza (storia di due adolescenti alle prese con una gravidanza inattesa), e dall’ottima coppia di documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Spira Mirabilis, prima volta al Lido anche per loro), dei quali consigliamo almeno il recupero del bellissimo Materia oscura.
A completare il quadro, oltre a due registi importanti ma decisamente in fase calante come Emir Kusturica (On the Milky Road, interpretato dallo stesso regista e da Monica Bellucci) e Wim Wenders (che ha girato ancora una volta in 3D il suo Les Beaux Jours d’Aranjuez), è imprescindibile segnalare la presenza di Lav Diaz, uno dei massimi registi viventi, autore di opere fluviali che mettono a dura prova anche gli spettatori più resistenti: il regista filippino arriva in Laguna con The Woman Who Left, “film sulla fragilità dell’esistenza”, secondo le sue stesse parole.
Tra le altre sezioni, appare piuttosto variegata quella denominata “Cinema nel giardino” che vede la presenza, tra gli altri, di Kim Ki-duk (The Net), James Franco (In Dubious Battle), Gabriele Muccino (L’Estate Addosso), oltre a Robinù, documentario d’inchiesta del giornalista Michele Santoro, che racconta la cosiddetta “paranza dei bambini”, in una Napoli dove la camorra non risparmia neanche i giovanissimi, protagonisti di una guerra silenziosa che ha già fatto circa sessanta morti.
Un altro dato purtroppo inconfutabile, palese già l’anno scorso, è la perdita di mordente della sezione “Orizzonti”, ai tempi di Marco Müller vero polmone verde della Mostra e che oggi, sorprese a parte, schiera una folla anonima nella quale spicca su tutti solo il nome di Wang Bing, importante ed eccelso documentarista cinese e una delle poche presenze di punta dell’Estremo Oriente.
Infine, variegato e multiforme appare anche il “Fuori Concorso” in cui le presenze di Mel Gibson (regista del film bellico Hacksaw Ridge) e Antoine Fuqua (che presenta il remake de I Magnifici Sette con Denzel Washington, opera che, almeno sulla carta, appare tutt’altro che indispensabile) si alternano con Paolo Sorrentino, che presenta i primi due episodi della serie TV Il Giovane Papa interpretata da Jude Law, l’atteso Monte di Amir Naderi (girato in Italia), i documentari di autori importanti come Sergej Loznitsa (Austerlitz), Francesco Munzi (Assalto al cielo), Ulrich Seidl (Safari) cui va aggiunta la presenza del Leone d’oro uscente Lorenzo Vigas (El Vendedor de orquídeas).
Insomma, le premesse per un’edizione memorabile ci sono tutte; in ogni caso, anche quest’anno la Mostra presenta un foltissimo programma di grandi classici restaurati (L’Argent di Robert Bresson, I Sette Samurai di Akira Kurosawa, Stalker di Andrej Tarkovskij, giusto per citare qualche titolo), un’oasi cui ogni cinefilo guarda con inesausta voglia di bellezza per fuggir via, nel caso, dal deserto di programmi non sempre all’altezza.
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