“Tim Burton’s Nightmare before Christmas” di Henry Selick: Natale, istruzioni per l’uso
Tim Burton’s Nightmare before Christmas richiama fin dal genitivo sassone inserito nel titolo il nome del suo creatore, l’eccentrico geniaccio di Burbank, autore tra gli altri del bellissimo Ed Wood e del primo Batman con Michael Keaton nel ruolo dell’uomo-pipistrello e Jack Nicholson in quello del villain Joker. Tim Burton è infatti l’ideatore, il soggettista ed uno degli otto produttori di questo straordinario film di animazione girato in stop-motion (tecnica che utilizza una manipolazione fisica dei pupazzi e degli oggetti, mossi dagli animatori fotogramma per fotogramma). Ma, sebbene resti nei toni e nell’atmosfera, un film assolutamente burtoniano, c’è da dire che Nightmare before Christmas è frutto di un eccellente lavoro di squadra che deve molto al lavoro dei talentuosi collaboratori di Tim lo scarmigliato: il regista Henry Selick, gli sceneggiatori Michael McDowell e Caroline Thompson, il consulente visivo Rick Heinrichs, il musicista e autore delle canzoni Danny Elfman.
Certo, pur nel suo sincretismo artistico, è impossibile ignorare il richiamo alle opere precedenti di Burton: basti pensare, tra le altre cose, ai mostri innocui di Beetlejuice e alla malinconia di Edward mani di forbice. In questo senso, il personaggio di Jack Skeletron (Skellington nella versione originale), con il suo desiderio di contatto umano e la sua generosità ingenua ed assoluta, è un diretto discendente del romantico essere umano artificiale e dagli arti superiori incompiuti, interpretato da un Johnny Depp alle prime armi.
Tim Burton rivelò che l’idea di Nightmare before Christmas gli venne osservando la vetrina di un negozio il cui proprietario stava sostituendo gli articoli di Halloween con gli addobbi per il Natale. E difatti il film è una felicissima commistione tra le due feste e riesce a descrivere, senza retorica, lo stupore provato dal personaggio principale di fronte alla scoperta di un mondo e di un’atmosfera sino a quel momento a lui ignoti. È proprio questo, infatti, dal punto di vista squisitamente narrativo, uno dei punti di forza del film: lo scivolamento di Jack Skeletron nel maelstrom della “Città del Natale”, l’ingresso di questo personaggio che si trova catapultato in un mondo non suo e che, in buona fede ma con risultati disastrosi, prova ad esportare il suo universo orrorifico fatto di “scherzetti” pericolosi e giocattoli assassini facendo sfoggio del campionario che popola Halloweentown: freak, clown, streghe, lupi mannari e qualche bambola di pezza rattoppata in perfetto stile Frankenstein (e difatti nel film compare anche un personaggio dal grottesco nome di Doctor Finklestein). Pentito e amareggiato, al tenero Jack non resta che rimediare liberando il vero Babbo Natale, che lui stesso aveva provveduto a catturare e a mettere in quarantena, affidandogli il compito di rimediare ai suoi errori e mostrare ad Halloweentown tutta la magia del Natale. Babbo Natale metterà le cose a posto mostrando una volta di più l’inconciliabilità dei due universi.
Un sondaggio promosso dal sito “filmeter.net” ha eletto Nightmare before Christmas come il miglior film di Natale di sempre (almeno per il pubblico) superando persino Fanny e Alexander di Ingmar Bergman. Fa sorridere ed è senz’altro curioso vedere accostati due cineasti che più diversi non si potrebbe. Eppure, sebbene in maniera radicalmente diversa, sembra esistere un punto di contatto che lega Burton con il maestro svedese: sussiste, infatti, nelle opere di entrambi, la ricerca e l’ipotesi di una possibile comunicazione tra due mondi lontani e contrapposti. Se i personaggi di Bergman sono continuamente al confine tra dubbio e fede, disperazione e speranza, vita e morte nel loro anelito alla trascendenza (spesso votato allo scacco), ai personaggi di Tim Burton è concesso di attraversare altri mondi ma solo per confermare la loro irrimediabile inconciliabilità: se il giovane Frankenstein di Frankenweenie riesce a ridare vita al cadavere dell’amato cagnolino Sparky e Victor Van Dort entra direttamente nel Regno dei Morti nello splendido La sposa cadavere (per poi scoprire però la distanza incolmabile tra il “sopra” terrestre e il “sotto” dei trapassati), l’idealista Jack Skeletron riesce a penetrare nella città del Natale, dove però le regole sono secolari e immutabili. E ai malinconici non resta altro che impararle.
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