The Bowie Book Club
Ogni lettore che si rispetti possiede alcune caratteristiche comuni a tutta la categoria, tra queste: una quantità variabile di libri sullo scaffale e spropositata sul comodino, una lista di prossimi acquisti in libreria, i pignoli ne avranno una contenente i titoli in uscita; non può mancare un autore o casa editrice prediletta.
Nei casi di bibliofilia grave e conclamata si aggiunge lo spasmodico desiderio di avere un club del libro. Per alcuni il club perfetto è formato dagli amici che nella vita reale non apprezzano la lettura come dovrebbero; per i più snob si tratta di un circolo esclusivo dove si discute soprattutto di poesia francese dell’800. Per rispondere a questa esigenza collettiva sono nati negli ultimi anni numerosi gruppi di aggregazione culturale, uno degli esempi più riusciti è il Club del libro di Napoli che ogni mese permette ai giovani campani di incontrarsi. Una tendenza, quella della condivisione letteraria, che ha preso piede anche sui social portando alla creazione di gruppi facebook come Billy, il vizio di leggere o Leggo letteratura contemporanea, in cui oltre a organizzare incontri in tutta la penisola sono presenti eventi di discussione e lettura condivisa.
Si tratta di modi nuovi di capire e parlare di letteratura, straordinari per la capacità di fare dialogare persone lontane culturalmente e geograficamente. Ma, nonostante i numerosi progressi tecnologici, certo anche il lettore più fantasioso non avrebbe mai pensato, prima dello scorso 26 dicembre, di poter essere in un club del libro insieme a David Robert Jones, noto al grande pubblico come David Bowie.
Il duca bianco, morto nel 2016, fu «a beast of a reader», scrive il figlio Duncan Jones su twitter, e per omaggiarlo e tenere viva questa parte di lui, ha deciso di fondare un club del libro virtuale, The Bowie Book Club, in cui ogni mese proporrà uno tra i cento titoli prediletti dal padre, dal primo febbraio di quest’anno oggetto di una discussione globale su twitter.
Il primo libro proposto nell’ambito di questa inedita maratona letteraria è Hawksmoor, pubblicato nel 1985, dello scrittore inglese Peter Ackroyd. La vicenda ha luogo nella Londra di fine Settecento, dove l’architetto Nicholas Dyer utilizza pratiche esoteriche nella costruzione delle chiese a lui affidate. Nel XX secolo l’investigatore Nicholas Hawksmoor si trova a sciogliere il mistero di inspiegabili omicidi avvenuti in quelle stesse chiese. Si tratta di un’opera di interesse storico per la presenza di personaggi realmente esistiti e in cui l’arte sacra della fumosa Londra è sfondo attivo. Per l’uso che l’autore fa delle strutture temporali il romanzo è stato definito un esempio di post modernismo.
Il testo non è ancora mai stato tradotto in italiano, tuttavia anche i non anglofoni potranno confrontarsi con molti dei titoli prediletti da Bowie, infatti nella lista figurano anche grandi classici come Madame Bovary di Flaubert e Lolita di Nabokov. Tra gli italiani, accanto a Dante, sono presenti Giuseppe Tomasi di Lampedusa e l’outsider Alberto Denti di Pirajno.
Che dire? Togliete un po’ di polvere dal vostro account twitter, ripassate un po’ di inglese, leggete il libro e il primo febbraio incontriamoci al The Bowie Book Club. Il due febbraio a chi vi chiederà cosa avete fatto la sera prima potrete dire che, in un certo senso, avete discusso di letteratura con David Bowie.