‘Mater Nostra’, la mostra che a Parabita espone le opere di 28 artiste
MATER NOSTRA, immagini, materie, segni delle donne dell’arte è la mostra prevista presso gli spazi di Palazzo Ferrari, a Parabita, in provincia di Lecce, in esposizione dal 3 agosto al 3 settembre 2020. L’edificio di costruzione ottocentesca, preziosa testimonianza di una lunga tradizione che da tempo ospita una biblioteca e una pinacoteca in cui sono custodite opere della Scuola di Posillipo e Resina, è stato da alcuni anni ridefinito come luogo in cui poter realizzare manifestazioni dell’arte e della cultura contemporanee.
Il Comune di Parabita, col patrocinio della Regione Puglia e della Provincia di Lecce, promuove questa iniziativa ideata e curata da Franco Cipriano, autore, insieme a Nicola Magliulo, Ida Chicca Terracciano e Alfonsina Caterino, quest’ultima autrice di un testo poetico, dei testi destinati al catalogo della mostra. Il progetto si inserisce nel percorso di ARTLANTE, studi e iniziative per l’arte contemporanea.
L’esposizione di Palazzo Parabita si fonda sull’origine e l’applicazione della creatività femminile, “con riferimento sia alle tonalità artistiche sia a quelle religiose, antropologiche ed esistenziali”. Non a caso, l’intera rassegna è esclusivamente formata da artiste ed è articolata in tre sezioni:
RIVELAZIONI DELL’IMMAGINE – pittura della singolarità
Mathelda Balatresi, Valentina Biasetti, Tonia Erbino, Laura Fortin, Rosaria Matarese, Serena Nono, Eliana Petrizzi, Mariarita Renatti, Milena Sgambato, Carla Viparelli, Lucrezia Zaffarano
TRASMUTAZIONI- il senso tra materia e segno
Stefania Bertini, Patrizia Bonardi, Francesca Capasso, Maria D’Anna, Eleonora Lo Conte, Marilina Marchica, Camilla Marinoni, Lucrezia Minerva
VISIONI TERRESTRI E CELESTI – luoghi della fotografia e del video
Ilaria Abbiento, Isidora Blu, Chiara Coccorese, Gudrun De Chirico, Pina Della Rossa, Adelaide Di Nunzio, Barbara La Ragione, Viktoria Osinska, Renata Petti
I tre titoli assegnati alle sezioni richiamano, in particolare per le prime due, un movimento dell’oggetto della visione, a sua volta soggetto nel processo che, in svelamento o in cambiamento, stabilisce la relazione con l’osservatore. La revelatio, ossia l’operazione di togliere il velo, non rievoca, ovviamente, l’azione dello svelamento, ma la tensione e i significati della rivelazione in senso teologico, quella che, stando alle fonti di molte religioni, rappresenta la volontà di manifestarsi da parte della divinità, in rivelazione, appunto, di se stessa, direttamente o indirettamente, a favore di segni diretti allo svelamento di forme nuove e mai rivelate, fino a quel momento, di conoscenza. Alla rivelazione, sia essa per concessione divina o per scoperta umana, segue il processo di comprensione del corpo, inteso come luogo di rappresentazione del segno e della materia. L’ultima sezione, invece, raccoglie la stasi apparente della visione, stadio ultimo della tensione artistica.
Il “trittico” linguistico che emerge dall’intitolazione delle sezioni suggella il suo impianto in riferimento al titolo della mostra, Mater Nostra, a sua volta ispirato alla figura della Madonna della Coltura, il cui santuario è situato proprio a Parabita. La Madonna della Coltura, la cui origine etimologica non è certa, potrebbe derivare da un’abbreviazione di Madonna dell’Agricoltura, oppure da traslitterazioni di parole dialettali riferite al pane e a particolari tipi di dolci tipici del periodo pasquale. La Madonna della Coltura richiama tanto l’attività della coltura della terra, quanto quella dell’azione “germinativa”. Mater Nostra “propone un evento espositivo che ha come riferimento la Donna creativa, che ‘coltiva’ la sua ‘identità differente’ con il gesto espressivo come relazione con l’altro, con la memoria, con la storia, con la natura, con la corporeità dell’anima umana, ad un tempo ‘terrestre’ e ‘sacra’, nella intensità poetica e concettuale della immaginazione dell’arte, nella pluralità delle sue espressioni contemporanee.”
La mostra di Palazzo Ferrari dà voce a una polifonia di creatività che attingono al mondo della video-arte, della pittura e della fotografia in animo interdisciplinare, in tendenza con le concezioni di un contemporaneo dedito all’articolazione di numerosi linguaggi: dal cinema al teatro, dalla musica alla letteratura, come testimoniano alcune opere delle protagoniste dell’esposizione. Non mancano i rimandi alla fiaba classica popolare, come il personaggio di Biancabella, i segni del mondo antico, le immagini della maternità (con chiari riferimenti anche alla Madonna), il rapporto tra la luce e il buio e le intersezioni tra rievocazioni naturalistiche e suggestioni surrealistiche.
MATER NOSTRA – Immagini, materie, segni delle donne dell’arte
Palazzo Ferrari, spazi per l’arte e la cultura, Via Vittorio Emanuele II, 6 – 73052 Parabita (Lecce)
3 agosto/3 settembre 2020
a cura di Franco Cipriano
per Artlante, studi ed iniziative per l’arte contemporanea
Catalogo con testi critici di
Franco Cipriano, Nicola Magliulo, Ida Chicca Terracciano
testo poetico di Alfonsina Caterino.
Vernissage: 3 agosto ore 19:00
Orari di apertura:
Mattina: 10:00-12:00
Pomeriggio: 19:00-21:00