Venezia 77. Presentazione

Venezia 77, Leone d'Oro alla britannica Tilda Swinton - Pupia.tvTocca far prevalere l’ottimismo della volontà sul pessimismo della ragione. Tocca vedere il bicchiere mezzo pieno e berlo a sorsi lenti e intensi, gustandone tutto il sapore. La Mostra del Cinema di Venezia, la Mostra “d’arte cinematografica” (è bene ricordare che è così che si chiama) si farà. Certo, mancheranno le grandi star, soprattutto quelle statunitensi sulle quali la direzione ha sempre puntato (forse persino troppo), in modo particolare nelle ultime edizioni. Certo, gli ingressi saranno contingentati, il numero dei posti in sala decurtati dal distanziamento fisico, con obbligo di prenotazione anche per le proiezioni destinate alla stampa (e ieri il sito su cui riservare i posti è andato già in crash dopo poche ore, per poi riprendere a funzionare soltanto in serata). Certo, c’è stata una grossa sforbiciata degli accrediti e non ci sarà “Venezia Classici”, la rassegna dei grandi film restaurati, che quest’anno ha traslocato a Bologna per “Il Cinema Ritrovato”.

Kiyoshi Kurosawa's 'Wife of a Spy' Picked up by Nikkatsu - VarietyMa la Mostra, primo grande evento cinematografico da febbraio, si farà e, sebbene si sia tutti in apnea a causa del persistere dei contagi, domani con la pre-apertura (Molecole di Andrea Segre) e il 2 settembre con i primi film, chi sarà al Lido avrà la possibilità di sostare molte ore in sala per godersi il Cinema, dopo mesi di astinenza, terminata solo con la lenta riapertura delle sale, o meglio di una parte di esse (molte, purtroppo, hanno ancora la saracinesca abbassata, e stanno cercando di trovare il modo di riaprire). E chissà che questa edizione, apparentemente in punta di piedi e sottotono, senza glamour, con pochi pezzi da novanta nel Concorso principale (da segnalare almeno Andrej Konchalovskij, Amos Gitai, la sorpresa Kiyoshi Kurosawa, cineasta eccelso ma forse un po’ snobbato e senz’altro poco o nulla conosciuto in Italia), non possa rivelarsi al contrario ricca di stimoli. Alberto Barbera e il comitato di selezione hanno cercato di raccattare quello che c’era: che sia poco o tanto, lo si valuterà al momento opportuno. Eppure, almeno sulla carta, non mancano autori di richiamo così come l’abbondante presenza di cineasti esordienti o al loro secondo film (soprattutto nella sezione “Orizzonti” ma anche nel Concorso principale) potrebbe essere foriera di freschezza e portare alla ribalta qualche nuova rivelazione, dare la ribalta a qualche nuovo talento.

Miss Marx - Film (2020)

Inoltre, il Concorso principale vede in lizza ben otto registe su diciotto titoli (in realtà i registi sono diciannove, in quanto una delle pellicole è girata a quattro mani), e anche questa è una novità importante che, sempre rivestiti dalla corazza di ottimismo che abbiamo deciso di indossare, auspichiamo possa infondere nuova linfa alla competizione. Tra le autrici in lizza per il Leone d’oro anche le italiane Susanna Nicchiarelli, reduce dalla vittoria della sezione “Orizzonti” di tre anni fa con il suo bel Nico, 1988 e che ora presenta Miss Marx, e Emma Dante, che torna in concorso con Le sorelle Macaluso, sette anni dopo il modesto Via Castellana Bandiera. Del resto, come ampiamente annunciato, si tratta di un’edizione costellata dalla presenza di molto cinema nostrano. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, con l’eccezione della presenza in concorso della sino-americana Chloé Zhao (Nomadland), i nomi di punta si collocano tutti nel documentario, con la presenza del grande Frederick Wiseman (City Hall), dell’instancabile Abel Ferrara (Sportin’ Life), e di Alex Gibney (Crazy, not Insane), tutti Fuori Concorso. I cinefili più esigenti troveranno probabilmente pane per i loro denti con il cineasta azero Hilal Baydarov (Arasinda, in concorso), il kazako Adilkhan Yerzhanov (Gatto giallo) e il filippino Lav Diaz (Genus Pan, vincitore del Leone d’oro nel 2016), entrambi in una sezione “Orizzonti” che, nell’attesa di vedere i film, sulla carta sembrerebbe avere ritrovato la sua autentica vocazione, che era andata un po’ perdendosi negli ultimi anni.

Infine, da ricordare che anche i Leoni alla carriera quest’anno parlano al femminile: riceveranno infatti l’ambito riconoscimento la regista cinese Ann Hui (che presenterà Fuori Concorso l’affresco storico Love After Love) e l’attrice londinese Tilda Swinton, interprete del cortometraggio di Pedro Almodóvar The Human Voice, tratto da Cocteau (come L’amore di Roberto Rossellini con un’indimenticabile Anna Magnani), e la cui performance si preannuncia elettrizzante. Buona Mostra del Cinema a tutte e a tutti coloro che con ostinazione hanno scelto di esserci per provare a respirare un po’ di normalità.

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